Salvatore Tripodi

Muore per shock anafilattico da gamberi!

  • Salvatore Tripodi
  • 07/08/2020

Purtroppo è successo ancora una volta!!

Palermo, muore a 27 anni dopo aver mangiato un piatto di gamberi

Refka Dridi, di 27 anni, lascia il compagno e un figlio di appena otto mesi. A causare il decesso sarebbe stato uno shock anafilattico causato da un piatto di gamberi: dopo due giorni di coma, in cui era stata ricoverata in terapia intensiva, la donna non ce l’ha fatta. Lavorava nel ristorante del noto chef stellato Tony Lo Coco. È stata proprio la moglie del cuoco a dare la notizia della morte della giovane, che lascia il compagno e un figlio di 8 mesi.

Notizia tratta da Fanpage

Secondo quanto ricostruito, la ragazza dopo esser tornata a casa dal lavoro, ha aperto il frigo e ha visto un piatto di pasta già pronto. Dopo aver dato la prima forchettata però, si è accorta immediatamente di aver ingerito dei gamberi, a cui era allergica.

La donna è uscita in cerca di aiuto, dato che il marito era ancora fuori per lavoro. I vicini hanno chiamato prontamente l’ambulanza, ma la sua situazione è precipitata fin da subito. La giovane ha perso i sensi prima che arrivassero i soccorsi.

Quali commenti mi vengono da fare?

E’ un’ennesima morte che sarebbe stato possibile evitare. Come allergologo, con particolare esperienza anche con i bambini, sono abituato abgestire le gravi reazioni allergiche anche anafilattiche che possono essere fatali.

TUTTI i miei pazienti a rischio di shock anafilattico sono addestrati a prevenuto e a gestirlo, hanno un piano terapeutico adeguato, hanno sempre con loro l’adrenalina autoinettabile (UNICO farmaco salvavita) ed al cui uso, sia i pazienti stessi sia i loro genitori, se minori, vengono addestrati, anche tramite appositi video che ho postato online. E ad ogni visita verifico sempre se la sanno usare adeguatamente.

Sono inoltre istruiti ad evitare i cofattori di rischio:

  • cibi nascosti (come purtroppo è capitato in questo caso, ma è strano che la paziente, che tra l’altro lavorava nell’ambito della ristorazione, non sapesse il rischio che correva, come se non fosse stata adeguatamente istruita, tanto è vero che non aveva l’adrenalina e nessuno ha saputo cosa fare prontamente)
  • ed in caso  di assunzione di piccole quantità di alimenti a rischio, a dosi tollerate come in corso della desensibilizzazione (l’allergia non è un tutto/nulla!) sanno che debbono evitare sforzi fisici, farmaci antinfiammatori (Tachipirina, ibuprofene, ecc), e malattie intercorrenti.

Purtroppo questi eventi, seppur rari, si verificano e bisogna sempre pensare che una giovane vita viene stroncata e che in realtà tale morte poteva essere evitata.

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